Oggi vi voglio parlare di qualcosa di veramente utile: la frutta secca.
Sappiamo quasi tutti, grazie anche alle pubblicità e all’informazione online, che la frutta secca fa bene. Ma perchè? E quanta ne dobbiamo consumare?
Posto che la parola d’ordine è sempre “moderazione” cerchiamo di scoprire insieme perchè fa bene.
Io devo dirvi la verità, prima di modificare la mia nutrizione, la frutta secca la vedevo negli aperitivi (ma salata e tostata) o a Natale tra le mille cose portate a tavola.
Poi tra mandorle, noci e co…ho scoperto un mondo nuovo che subito condivido con voi.

La frutta secca si divide in:
- a guscio, o frutta oleosa, che è ricca di grassi e povera di zuccheri
- polposa, disidratata, ricca di zuccheri e povera di grassi
La frutta secca a guscio comprende noci, nocciole, mandorle, pinoli, arachidi, pistacchi, castagne, noci di cocco.
Contiene molti grassi ma sono quelli che, insaturi e polinsaturi, contribuiscono a fare abbassare il colesterolo nel sangue, quindi buonissimi! Contengono tante proteine e vitamine come B ed E da sempre note per le proprietà antiossidanti. Inoltre, è ricchissima di sali minerali come magnesio, potassio, ferro, rame, fosforo e calcio e di fibre.
La frutta disidratata invece è nota per l’alto contenuto di zuccheri e di fibre, e per quello bassissimo, se non del tutto assente, di grassi e sono anche ricche di sali minerali e vitamine: uva passa, datteri, fichi secchi o prugne secche.
Ma per deliziarvi un po’ vi propongo una ricetta tutta “secca”, da fare in pochissimo tempo e gustare come spuntino.

Ingredienti per 16 barrette circa:
- 400 grammi di latte condensato (di riso, di avena…)
- 250 grammi di avena
- 100 grammi di uvetta
- 125 grammi di semi di lino
- 125 grammi di mandorle
Procedimento:
Riscalda il latte condensato e metti tutti gli ingredienti dentro.
Gira per bene e versa sulla carta da forno un po’ imburrata.
Metti in forno preriscaldato a 150 gradi per 50 minuti.
Quando si è raffreddata la lastra di cereali è pronta da tagliare e gustare!
Conserva le barrette nella latta, anche per una decina di giorni.
Iolanda Stella Corradino
Insegnante, scrittrice e giornalista
Paziente oncologica dal 2016