Respira

Il ballo delle pazze

Titolo: “Il ballo delle pazze”

Autrice: Victoria Mas

Pubblicato: 2021

Pazzia: immenso contenitore in cui l’uomo racchiude tutto ciò che non si sa spiegare.

Questo è un romanzo storico che ho letteralmente divorato in pochi giorni, se cercate qualcosa che vi lasci incollate fino all’ultima pagina e con un finale per niente scontato direi che potrebbe fare al caso vostro.

Se dovessi pensare a un sentimento per descrivere all’istante questo romanzo sceglierei il coraggio; non a caso l’ho trovato perfetto per Feeling Nova, poiché affrontare, uscire e ricominciare a vivere dopo un percorso oncologico richiede grande forza e determinazione, una dote caratteristica della nostra community!

Il ballo delle pazze: recensione

Victoria Mas ci trasporta a Parigi nel 1885 all’ospedale psichiatrico femminile Salpêtrière (più propriamente Groupe hospitalier de la Pitié-Salpêtrière, realmente esistito), luogo in cui si incrociano le storie di Eugénie, Louise, Thérèse, tutte e tre internate, donne diverse per estrazione sociale e bagaglio personale, e Geneviève, la capo infermiera. 

Procedendo nella lettura, è davvero interessante osservare come Geneviève si relazioni con ognuna delle “alienate”; personalmente ho trovato molto bella l’evoluzione di questo personaggio, che è stato il mio preferito. 

“La Salpêtrière è un deposito per tutte quelle che disturbano l’ordine costituito, un manicomio per tutte quelle la cui sensibilità non corrisponde alle aspettative, una prigione per donne colpevoli di avere un’opinione”.

Lo sappiamo bene, le donne non hanno mai avuto una vita facile: quanto è difficile essere sé stesse, qual è il prezzo da pagare per far valere la propria personalità e non uniformarsi?  Davvero queste donne hanno meritato di essere internate, oppure è stato meglio piazzarle così, silenziarle perché troppo “ingombranti” e “anticonvenzionali”? Ve lo lascio scoprire nella lettura…

Fulcro centrale della vicenda è il famoso ballo mascherato che si tiene alla Salpêtrière a cui viene invitata la Parigi aristocratica che ha l’occasione di vedere da vicino le “alienate”, le quali possono per una sera cercare di tornare donne normali con un momento di spensieratezza. Ma durante questo atteso evento ci saranno momenti di svolta per le nostre protagoniste…

Tutte queste donne hanno un denominatore comune, ovvero essere incredibilmente forti e anticonformiste e non avere nessuna intenzione di piegarsi ai dettami della loro società.

Il prezzo da pagare è tuttavia alto: seppur “innocenti” sono confinate in quello che è sostanzialmente un manicomio, in attesa di questo famoso ballo che rappresenta uno sprazzo di normalità in questa reclusione.

Il ballo delle pazze: la paura dell’ignoto

“Le pazze potevano ormai suscitare desiderio. La loro attrattiva era paradossale, accendevano timori, fantasie, orrore e sensualità. […] Le pazze avevano smesso di spaventare, ormai affascinavano. In seguito a quell’interesse era stato istituito da vari anni il ballo di mezza quaresima, il loro ballo, l’evento annuale della capitale, in cui quelli che non potevano vantarsi di essere in possesso dell’invito passavano i cancelli da un ingresso riservato solitamente alle malate mentali.” 

La pazzia, le malattie mentali e sostanzialmente qualsiasi atteggiamento deviante dalla cosiddetta “normalità” hanno sempre infastidito se non spaventato le persone “normali”, oggi come allora.

In tempi moderni sono stati fatti molti passi avanti ma personalmente ritengo che le lesioni della psiche siano una delle patologie più complesse, dissimili da una ferita fisica la cui diagnosi e terapia è relativamente semplice: ispezione, pulizia e sutura. Ma come rammendare e curare la ferita della mente?

Nel libro viene messo in risalto un altro aspetto che ho trovato particolarmente interessante e moderno per l’Ottocento ovvero che la malattia può indurre un grande cambiamento non solo interiore ma anche esteriore portando all’abbrutimento della persona, troppo impegnata a combattere per curarsi del suo aspetto.

In questa lettura vediamo come il ballo “tenga impegnate” le alienate, facendole uscire dal torpore della loro reclusione, “attivandole”: infatti nei giorni antecedenti l’evento sono estremamente indaffarate a provare vestiti, esercitarsi a danzare, sperimentare nuove acconciature, “reinventandosi” e rendendosi più belle.

Ecco che se ne evince secondo me un punto estremamente importante: come durante una malattia sia importante prendersi cura di sé. Questo non significa solo imbellettarsi, non è un atto fine a se stesso ma fa parte della battaglia contro il mostro cattivo della malattia per strappare una parvenza di normalità (come nel libro “MAKEUP TERAPIA il trucco che fa bene all’anima” uscito di recente del quale troverete la recensione qui). 

“Il ballo delle pazze” è il primo libro di Victoria Mas, impegnata anche nel mondo nel cinema, e dopo aver letto il romanzo ho pensato quanto sarebbe bella una trasposizione cinematografica della trama?

Concludo con la citazione di uno dei miei passaggi preferiti:

“Ti ho già detto quanto mi sento serena da quando ho dei dubbi? Proprio così, non bisogna avere convinzioni, bisogna poter dubitare di tutto, delle cose e di sé stessi. Dubitare.”

Super consigliato!

Potete acquistarlo nella vostra libreria di fiducia oppure su Amazon.

Camilla Scialla

Laureanda in Farmacia


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